E dal 1967 è in Africa e colà nello Zaire si dedica appunto allo studio del soggetto esotico; anche se poi le tecniche sono diverse: l’olio, l’acquerello, l’acrilico, e una migliore perfezione tecnica raggiunge nel pastello su velluto.

Naturalmente Cusin si lascia attirare dalla visione realistica dei folklori etico-esotici e ne fa motivo di un impegnato studio. Anche se la carica tonale spesso monocroma non gli ostacola la sua comunicabilità, anzi, gli servirà a sveltire l’immediatezza del linguaggio.

Il tratto è deciso e corre veloce e l’estro dimostra una scelta decisa e serena. Fattori questi che hanno permesso al Cusin la convalida di un nutrito curriculum di consensi nelle mostre effettuate in varie parti dell’Africa e dell’Europa. Sue opere si trovano in collezioni di vari paesi.

Giuseppe Martucci