La particolare tecnica usata dall’artista lo porta senza dubbio ad arricchire i propri mezzi pittorici e alla ricerca di nuove esperienze; ciò che rimane comunque abbastanza tradizionale sono i temi da lui trattati: semplici, genuini e soprattutto sentiti sia dall’osservatore, che dallo stesso artista Il nostro artista ci conduce con l’aiuto della fantasia, attraverso scenari fantastici di mondi incontaminati, dove l’uomo è fatalmente immerso nella natura, anzi ne fa parte lui.
Nell’opera “II flauto” siamo di frante ad una giovane fanciulla, ritratta nell’arte di suonare appunto il flauto. E’ rappresentata in tutta la sua dolcezza e leggiadria, sembra quasi una creatura eterea, scesa sulla terra per portare amore e serenità; una sorta di panismo quindi quello voluto dal Cusin. Lo sfondo è uno scenario naturale, uno scorcio di cielo, monti e acqua; il tutto è fermo, statico, quasi in attesa di un segnale per poter incominciare a prendere vita e a popolarsi di creature spensierate e felici di vivere.
Il paesaggio in questo caso diventa solo un pretesto per poter esprimere particolari sensazioni, un elemento come un altro per poter far sentire a tutti la poesia e la felicità, insite in qualsiasi aspetto legato al mondo reale e alla sfera del naturale, privilegiando però quelli che sono gli aspetti ancora intatti di quel grande miracolo che si chiama natura, raccogliendo ciò che rimane, nella realtà o nella memoria di ognuno di noi, di mondi non ancora distrutti dalla mano dell’uomo
I colori sono quindi stesi con leggerezza, sfumati, per mettere ancora più in evidenza la delicata situazione che l’artista vuol farci vivere assieme a lui. Come tutte le forze di espressione che cercano di scavare nel solco profondo della realtà le significazioni essenziali, il nostro artista cerca di adeguarsi al vero con i mezzi più semplici e sereni, in relazione al mondo della sua fantasia e alle trasfigurazioni delle apparenze.
Il mondo del Cusin è quindi un mondo di serena contemplazione, quasi d’estasi, potremo dire, in cui le forme rappresentate si muovono come in un sogno, quasi ad indicare la tragica fatalità di un dissolvimento che incombe su tutti gli uomini e sulle cose.
Ecco quindi che in una situazione di questo tipo acquista importanza l’amore, anche per la vita, ma soprattutto l’amore materno, un amore che non potrà mai svanire e venire meno nel corso degli anni, ma che sarà sempre forte e che avrà sempre di che alimentarsi. Nell’opera “Amore materno”, Vittorio Vallarin mette in evidenza tutto questo, ritraendo una giovane donna mulatta che tiene in braccio, con malta dolcezza, la sua creatura» I loro corpi si compenetrano, immersi in una luminosità che fa risaltare i loro visi, i loro occhi, mostrando a tutti noi come in un semplice abbraccio possano racchiudersi sentimenti molto forti e sinceri.
Dalla poesia espressa nelle opere di Cusin nascono opere d’intensa emozione, quasi commoventi, dove la nostra mente e portata a pensare, a ricordare luoghi d’eterna bellezza, arricchendo così la sua opera, di mistero e di fascino.
Mirella Occhipinti
Vittorio Vallarin, Cusin
artista contemporaneo