II paesaggio o la figura, prediletta da Cusin, non è un veicolo per interpretare pensieri o drammi generali o individuali, sono la realtà imminente che ci riguarda, che abbiamo dinanzi e con la quale misuriamo le nostre emozioni.

La tecnica particolare del pastello su velluto è naturalmente assunta come lo strumento più adeguato per rendere il calore di questa partecipazione emotiva. Le ricche pastosità, i colori sempre molto accentuati ma non violenti, l’evidenziazione dei volumi, sono tutti elementi asserviti allo scopo di rilevare il significato delle azioni e dell’esistenza delle cose che ci circondano, il senso dei gesti quotidiani, del trascorrere del tempo, del mutare della realtà. Persino i dipinti dedicati allo Zaire, dove Cusin ha trascorso alcuni anni, riflettono questa disposizione a fissare momenti particolari di giornate qualsiasi che possono essere emblematiche però di tutta la vita.

Ciò che parla ai nostri occhi nelle opere di Cusin non è solo la bellezza delle forme, il calore delle immagini, la morbidezza dei colori, la pulizia del disegno, ma soprattutto la verità delle immagini di vita, la sincerità dell’atteggiamento dell’autore dinanzi alla realtà creata, la proposta ideale di una cosciente ricerca della soddisfazione delle più autentiche esigenze dello spirito.

Marco Pericchio