Nel mese di dicembre, si è tenuta a Bellusco una mostra del pittore grafico figurativo realista e ritrattista, Vittorio Vallarin (Cusin). Nato a S. Pietro Viminario. in provincia di Padova, il 15 aprile 1940. risiede oggi a Bellusco, Cascina San Nazzaro N° 21. Creatore fervido di trasparenze, valori ben rapportati, di visioni paesaggistiche romantiche e di figure maschili o femminili, Cusin si è rivelato negli anni particolarmente sensibile alla tecnica del pastello sul velluto.

Quest’ultima è certamente una pittura non facile, che tuttavia può racchiudere in sé tutte le caratteristiche della bellezza, della grazia nel variare delle luci e delle ombre. Il pittore utilizza un modo di dipingere che rispecchia sensibilmente il suo comportamento meditativo quotidiano dinanzi alle contraddizioni del mondo moderno. In questo modo, dipingendo egli vuole raccontare la verità di quello che vede, attraverso la rappresentazione carta  vellutata superfici e sensuali atmosfere. Trasferitosi nello Zaire nel 1967, ispirandosi al pittore Mulders, perfezionò la tecnica su velluto. Egli, in questo periodo della sua vita, diede ampio spazio alla raffigurazione di soggetti tipici di quell’ambiente.

Nei suoi quadri è facile notare la totale immedesimazione del pittore con i luoghi da lui dipinti, testimoni diretti dell’armonioso rapporto tra l’autore e l’ambiente descritto. Un rapporto, questo, che culmina significativamente nei quadri dì nudo. Per questo si può affermare che egli riesce, con tratti semplici e pacifici, a fermare sul velluto le miriadi di aspetti delle forme presenti in natura, senza ricami o inutili sdolcinature. Proprio per questo motivo, i suoi quadri possono suscitare, con la loro carica narrativa e psicologica, profondi sentimenti in coloro che guardano queste immagini.

Un esempio tipico è il dipinto a tecnica mista “Allegoria per l’anno del fanciullo”. In esso, la piovra   rappresenta il pericolo la malattia e la morte, che di continuo minacciano il bambino; la mamma è la persona adulta che può soccorrere e allontanare il pericolo. La donna incinta si può paragonare a coloro che rifiutano di soccorrere il bambino quando è in pericolo, oppure ne accettano o provocano la morte. L’opera del pittore Cusin si basa su particolari effetti e tecniche. Un filone della sua opera riguarda il mondo africano, mentre un secondo interessa il mondo europeo nella sua classicità figurativa. In entrambi i filoni, la figura è la parte centrale del quadro, non senza trascurare il singolare effetto del paesaggi di fondo. Caratteristica di parte della sua opera è la realizzazione di quadri su velluto rosso.

Questo particolare tipo di carta, trattato con mano esperta e abile, permette di dare alle figure rappresentate dei caratteri somatici colmi di risonanze e di echi. Figure che si impressionano indelebilmente nella memoria del visitatore per la loro carica di dinamismo e realismo. Paesaggio e figura non sono per Cusin un veicolo interpretativo di pensieri e drammi, ma realtà immediate e contingenti che ci riguardano più da vicino e con le quali noi misuriamo le nostre emozioni. Ciò che più colpisce della sua opera, ancor più della bellezza delle forme, del calore delle immagini e dei colori, è la verità delle immagini di vita descritte.

Paolo Leone